giovedì 24 aprile 2008

Il Counseling Filosofico Relazionale (Articolo Terzo)

L'insegnamento come atto intenzionale

Se obiettivo del counselor filosofico e' aiutare il cliente a ottenere una piu' grande liberta' intellettuale e autonomia noetica, aumentando le sue capacita' di ragionamento o perfino adottando il ragionamento filosofico come un elemento caratteristico dell' esistenza umana, cioe' come un modo di vita, allora sembra una conseguenza logica che debbano essergli insegnate le abilita' e attitudini necessarie per farlo. Un Counseling filosofico efficace rende il cliente capace di affrontare un esame critico e una ricostruzione degli eventi della propria vita, usando cognizioni che emergono dalla sua attiva partecipazione al dialogo. Ma , ancora il conferimento di poteri implica l'incoraggiamento del cliente all'autonomia della propria azione, cioe' l'assisterlo nel diventare capace di condurre un tale esame critico e una tale ricostruzione in assenza del counselor.

Cio' richiede che , per quanto possibile, al cliente vengano offerti gli strumenti posseduti dal counselor e insegnate le abilita' necessarie ad usarli. D'altra parte se il counselor intende di fatto aiutare il cliente a diventare piu' capace di fronteggiare i propri problemi, allora alcune forme di insegnamento al cliente su come farlo devono essere presenti in tutte le relazioni di consulenza. Molti counseling filosofici pensano che l'atto stesso del counseling costituisca un insegnamento e che percio' il counseling filosofico possa semplicemente essere ritenuto didattico, senza che il counselor faccia alcuno sforzo pedagogico esplicito.Tale assunto appare palesemente falso se lo si applica a qualsiasi altro ambito di predica professionale . Sembrano esserci tre criteri di insegnamento nel counseling filosofico:

-L'intenzionalita': il counselor deve avvicinare il cliente con una chiara intenzionedi apprendere;
-esposizione della materia : il counselor deve andare al di la' dell' applicazione, di cio' che occorre apprendere, ai problemi del cliente e deve argomentare sulle conoscenze e sulle abilita' che possiede;
-Il cliente a sua volta, deve essere pronto sia cognitivamente che emotivamente ad andare oltre la discussione del suo problema immediato ed essere in grado di focalizzare la sua attenzione sull' apprendimento di cio' che il counselor sta cercando di insegnargli. Le attivita' caratteristiche del primo e del secondo stadio non rispettano questi criteri, ne' devono farlo. Se a questo stadio la relazione tra counselor e cliente e' in qualche modo piu' direttiva, e' comunque anche piu' collaborativa e piu' reciproca di quanto non avvenisse prima. In questo rapporto di insegnamento, il counselor deve usare consapevolmente cio' che viene discusso e cio' che era stato scoperto nel corso dei due stadi precedenti, per aiutare il cliente a diventare cosciente e a guadagnare una maggiore comprensione dei propri abiti di ragionamento.

In tal modo questi sara' piu' capace di far progressi e di realizzare la propria potenzialita' di risolvere i problemi in modo autonomo e cooperativo. Il tempo speso in questo stadio aiutera' il cliente a sviluppare le capacita' di "autodiagnosi", perche' puo' aiutare a scoprire e insegnare i molteplici processi, le varie tecniche e le diverse strategie dell' indagine filosofica, quali:
- l'addurre ragioni,
- la distinzione dalle ragioni buone da quelle cattive,
- la costruzione di inferenze,
- la valutazione degli argomenti,
- la generalizzazione (= estendere ad una totalita'),
- l'uso di analogie ( analogia= rapporto di somiglianza tra cose e fatti diversi, che abbiano tuttavia caratteristiche comuni),
- la messa in discussione degli assunti ( assunto= cio' che e' stato aquisito o adottato ),
- la giustificazione degli assunti ,
- il riconoscimento delle contraddizioni,
- la scoperta dei ragionamenti sbagliati,
- la ricerca della coerenza,
- l'effettuazione di distinzioni,
- l'effettuazione di connessioni,
- il porre domande
- l'asoltare efficacemente,
- il fare previsioni
- il formulare ipotesi,
- il mettere alla prova ipotesi,
- l'offrire esempi e controesempi,
- la correzione del proprio pensiero,
- la formulazione e l'uso di criteri,
- la scoperta della vaghezza ( vaghezza= approssimazione, imprecisione),
- la scoperta dell'ambiguita',
- la richiesta di prove,
- il fare resoconti di tutte le considerazioni rilevanti,
- l'essere aperti alle diverse prospettive e ai diversi punti di vista,
- l'esercizio dell' empatia,
- l'esercizio dell' immaginazione morale,
- la sensibilita' al contesto ( contesto= il complesso dei fatti, delle ideologie delle circostanze nelle quali si verifica un fenomeno o si colloca un personaggio ),
- l'affidarsi allla ricerca della verita'
- la cura delle procedure dell' indagine,
- il rispetto degli altri e del loro punto di vista.

L'insegnamento di queste capacita' al cliente e la coltivazione di questi atteggiamenti approfondiranno nel cliente l'uso del pensiero riflessivo razionale concentrato sulla decisione di cosa credere o fare, che puo' altrimenti essere chiamato istruzione alle abilita' del pensiero critico, alle abilita' del pensiero creativo , produttivo e costruttivo, o al ragionamento immaginativo. L'indagine filosofica e' ricerca dei significati che stanno alla base delle proprie e delle altrui azioni nel mondo, delle reazioni a cio' che viene esperito e a cio' che viene detto o fatto dagli altri. Questo e' in effetti cio' che si intende per interpretazione della visione del mondo. E' il tentativo di portare alla coscienza le credenze, gli assunti e le idee preconcette precedentemente non esaminate, che guidano il processo decisionale quotidiano del cliente, cosi' che egli possa essere piu' capace di fondare le proprie opinioni e azioni su scelte ponderate, invece che su mere convenzioni, sulla tradizione o sulle abitudini.

Come dice harriet Chamberlain, "...in un ambiente di costante cambiamento, che richiede crescita intellettuale ed emotiva, flessibilita' trascendenza, e' urgente che si impari, e si insegni ai nostri consultanti come riconoscere e interrompere il "caricamento automatico" nel cervello di risposte vecchie ed abitudinarie, che possono considerarsi inadattte al presente." inoltre il Counselor deve incoraggiare il cliente allo sviluppo di particolari valori e di particolari caratteristiche della mente, tra i quali:
- il coraggio intellettuale, che significa avere la consapevolezza della necessita' di fronteggiare e di indirizzarsi imparzialmente verso idee, credenze o punti di vista nei confronti dei quali il cliente puo' avere forti emozioni negative, e alle quali puo' non avere precedentemente prestato seriamente attenzione;
- la preseveranza intellettuale, cioe' un' attitudine e una consapevolezza della necessita' di perseguire la comprensione intellettuale e la verita', nonostante le difficolta', gli ostacoli e le frustrazioni;
- la fede nella ragione, cioe' fiducia che, alla lunga, i piu' alti interessi del cliente e quelli del genere umano saranno serviti meglio dando libero gioco alla ragione.
- L'indagine filosofica per mezzo del pensiero critico e creativo consiste anche nel tentativo di conoscere e comprendere gli atteggiamenti e i sentimenti del counselor e del cliente, che possono servire a determinare sia il corso della loro discussione che la sua eventuale direzione, tenendo percio' conto non solo degli aspetti puramente razionali delle decisioni esistenziali del cliente, ma anche di quelle emozionali.

Quindi, l'indagine filosofica nel counseling non e' un ' impresa cognitiva solitaria e indipendente ma e' piuttosto un incontro di menti, nel quale l'interdipendenza del cliente e del counselor come collaboratori nella ricerca costituisce un luogo di conoscenza piu' significativo di quelli accessibili da qualsiasi pensatore che pensi da solo. Entrare in questo stadio della procedura di counseling non significa che la discussione del problema o della preoccupazione debba essere lasciato definitivamente indietro. Molti clienti trovano che quando iniziano ad apprendere le abilita' di pensiero sono piu' capaci di riconcettualizzare da soli i loro problemi predenti, o di volgersi verso nuove questioni. Cio' puo' suggerire loro di ritornare a considerare i problemi personali immediati, ma in modo piu' attivo, oppure, ispirati dalla loro maggiore competenza nell' identificazione, articolazione e risoluzione del problema, nel ruolo di indagatori principali nell'autodiagnosi. Per molti clienti la risoluzione dei problemi immediatie l'aveer appreso tnte delle tecnicheusate nell' indagine filosofica, soddisfera' le aspettative della relazione di Counseling. Essi si sentiranno adeguatamente equipaggiati per affrontare la maggior parte di cio' che la vita ha loro da offrire.

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Luciana

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