lunedì 21 aprile 2008

Il Counseling Filosofico Relazionale (Secondo Articolo)

Risoluzione del problema immediato

la maggioranza degli individui che ricercano un counselor filosofico lo fanno in primo luogo per essere aiutati ad alleviare gli apparentemente insolubili problemi morali personali e a chiarire e sottoporre a critica le loro intuizioni morali. Gli individui sono sufficientemente capaci di affrontare la maggior parte dei loro problemi quotidiani. ma quando i problemi si fanno piu' complessi, per esempio quando i valori sembrano in conflitto, quando i fatti si mostrano contraddittori, o quando il pensiero sembra chiudersi in un circolo, si tende a cercare consiglio. Lo stadio due va incontro a questo bisogno e sgombra la strada agli sviluppi futuri delle capacita' di ragionamento filosofico del cliente.

Qui il counselor e ' metaforicamente chiamato a sciogliere il nodo dei èproblemi del cliente e ordinare i fili della inestricabile matassa in piu' comprensibili capi singoli, con i quali e' poi piu' facile avere a che fare. Si potrebbe dire che il counselor aiuti il cliente ad esaminare i pezzi del puzzle della sua vita, a riconoscere le interconnesioni e a ricomporli di nuovo in un modello piu' facilmente comprensibile. Questo e' lo stadio nel quale la questione principale o l'esplicita preoccupazione del cliente ha la forma di " non so che fare riguardo a ..." . Se si riferisce ad un problema eticoo morale, la domanda puo' essere: " Quale e ' la cosa giusta da fare?" .

A questo stadio il counselor sente spesso la pressione del tempo molto piu'che in quelli precedenti. Mentre il counseling agli stadi tre e quattro pou' procedere relativamente senza fretta, lo stadio due mette a fuoco problemi che di solito causano un intenso stato di confusionee di angoscia, e che hanno un impato immediato e negativo sulle emozioni del cliente, sulla sua normale funzionalita' e sulla sua condizione esistenziale. Il cliente vuole che ci si rivolga aaaaaaaaad essi con urgenza e in questo stadio il cliente stesso richiedera' implicitamente al consulente di assumere il ruolo di "autorita".

Una parte dell' autorita' el counselor proviene dalla sua capacita' di assumere una prospettiva piu' universale o piu' "oggettiva" , cioe' una visione esterna della vita e dei problemi del cliente- una prospettiva che puo' non essere alla portata di quest' ultimo- che gli permette di riconoscere quelle possibilita' di sbrogliare i nodi problematici che non erano visibili al cliente, o le possibili forme di ricomposizione dei pezzi del puzzle che egli non aveva ancora notato. Idealmente il counselor dovrebbe avvicinare il problema del cliente non con lo sguardo distaccato ed estraneo, ma come un essere umano avvicina un suo simile. questo evita al cliente un' atmosfera fredda e clinica nella relazione di counseling, che potrebbe originarsi se egli sentisse che il counselor e' interessato solo ad analizzarlo razionalmente.

Per il counselor questo e' un approccio empatico, nel quale le vicende del cliente possono essere messe in risonanza con le proprie esperinze di vita, permetendo in tal modo una loro migliore comprensione. E' impotante notare che la relazione tra counselor e cliente attraverso il processo di Counseling appartiene alle relazioni primarie , riguarda cioe' il coinvolgimento dell' essere umanocon i propri simili. A questo stadio risulta particolarmente utile l'approccio Fenomenologico e ermeneutico. nel metodo fenomenologicoil counseling prova ad aiutare il cliente a descrivere il piu' accuratamente possibile le sue esperienze, i suoi problemi, le sue vicende , e cosi via, libero da presupposti, pregiudizi e idee preconcette.

L'opzione fenomenologica permette al cliente di indietreggiare dallo stato di immersione emotiva nei suoi problemi e di esaminarlicome se fossero di un altro, favorendo la sua capacita' di includere tutti i fatti e tutte le prospettive, perfino quelle che, a causa del loro carico emotivo, in precedenza venivano evitate. L'ascolto del counselor in questo stadio dovrebbe trasformarsi da ascolto "pieno di cura", empatico, che ha di mira il rafforzamento della relazione e della comprensione, in ascolto "attivo", che ha per obiettivo la critica. Si auspica comunque che la risoluzione soddisfacente dei problemi immediati , o semplicemente la saturazione della soglia della discussione orientata al problema , motivi il cliente ad usare questo elementonsolo come un passo preliminare di una esplorazione piu' profonda del suo pensiero e della sua vitanei termini dei valori, credenze e principi guida sottostanti, che informano la sua concezione al di la' di quelli che riguardano esclusivamente i problemi immediati. E' qui che il processo di counseling passa al terzo stadio, forse il piu' significativo.

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A presto Luciana