mercoledì 16 aprile 2008

Il Counseling Filosofico Relazionale (Primo Articolo)

Il modello per il counseling Filosofico di Peter Raab, e' la chiara definizione di metodo insegnabile; e' la prova di un' esperienza che fornisce l'indispensabile credibilita' alla professione e al professionista; permette una chiara definizione del processo per qualsiasi potenziale cliente.

"LA LIBERA FLUTTUAZIONE"

E' lo stadio in cui il counselor deve piu' possibile familiarizzare con i bisogni e i desideri del cliente. E' il momento in cui il cliente e il counselor prendono le loro decisioni in merito alla possibilits' di avere una relazione soddisfacente. Il counselor incoraggera' con molta cura il cliente a parlare liberamente , in modo da poter scoprire , in quello che solitamente e' il luogo, complesso e spesso confusomonologo iniziale del cliente, cio che lo sta preoccupando. Spesso e' semplicemente questione di ascoltare con silenzio Maieutico, per permettere di far emergere qualcosa di apparentemente inesprimibile. L'ascolto maieutico e' un ascoltare in modotale da aiutare chi parla a far nascere i proprio pensieri e le proprie idee.

A questo stadio l'ascolto:

-e' non giudicativo;
-e' accettazione;
-e' empatico;
-e' benefico,
- e' offerta di tempo;
-e' conforto.

Per aiutare il cliente questo primo stadio del counseling dovrebbe essere quanto piu' possibile non direttivo e indefinito, o, in altre parole , minimamente orientato verso una conclusione. Il Counselor deve cercare di ottenere una comprensione la piu' completapossibile del suo cliente e delle sue difficolta' usando sia l'approccio fenomenologico che quello ermeneutico. Il counselor deve permetere al cliente di tirar fuori le cose da dentro di se', ovvero di scaricare il suo "fardello", mentre egli ascolta senza riserve e con il minor numero possibile di presupposti e di preconcetti.
L'Ascolto del Counselor:

-non deve essere un pseudo ascolto( nel quale egli fa solo finta di ascoltare, mentre pensa a cio' che dira' non appena il cliente abbia finito di parlare);
-non deve essere un ascolto autocentrato ( nel quale ascolta con attenzione solo quei punti che vanno d'accordo con il suo punto di vista ),
- non deve essere un ascolto selettivo( nel quale ascolta solo qualcosa di cio' che viene detto, ma trascura il resto perche' non meritevole di essere ascoltato);
-non deve essere un ascolto difensivo( nel quale ascolta cio' che il clientedice come un attacco alle sue personali ipotesi sul cliente e i suoi problemi);
-non deve essere un ascolto indifferente ( nel quale egli prende alla lettera cio' che viene detto).

Il counselor a questo stadio deve offrire poche o nessuna osservazione e spiegazione, sapendo che una "diagnosi" frettolosa e prematura puo' portare ad una direzione sbagliata. Molti suggerimenti e molte osservazioni fatte dal counselor a questo stadio passeranno in ogni caso inosservate a causa del disagio del cliente. Il tormento e la tensione limitano fortemente la capacita' di elaborare informazioni in modo logico e ricco di significato. Non soltanto, il counselor deve essere consapevole del fatto che ogni indicazione che offre puo' frustrare il bisogno fondamentale del cliente: quello di parlare liberamente e a lungo senza interrruzione. Dando tacitamente al cliente questa liberta', l'atto stesso del parlare liberamente puo' dimostrarsi catartico, e percio' terapeutico. In questo stadio l'ascolto e' la funzione piu' importante. Quando comuinque occorre parlare, le parole che hanno maggiore effettobenefico sui clienti sono parole di rassicurazione. Esprimere rassicurazione puo' rafforzare in modo sostanziale la funzione Maieutica dell'ascolto.

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A presto Luciana

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